Come facilmente prevedibile, ha avuto un grande successo la raccolta di firme organizzata in 38 tra bar e locali di Como per dire no al coprifuoco a mezzanotte studiato dal Comune di Como. Ieri era l’ultimo giorno utile per le firme, ma già verso sera il bilancio stilato da uno dei promotori della petizione, Alessandro Nardone, era incoraggiante.
«Entro mercoledì prossimo avremo le cifre precise – ha affermato ieri Nardone – Ma dai primi calcoli attendibili posso dire che siamo sicuramente arrivati a 3mila firme. Un dato incredibile, sul quale nemmeno noi speravamo».
I fogli saranno consegnati in Comune domani, ma intanto lo stesso Nardone lancia un avvertimento chiaro all’amministrazione.
«L’iniziativa realizzata in collaborazione con i gestori dei locali – afferma – va interpretata in senso costruttivo, non come la volontà di arrivare a una guerra. Di sicuro, però, l’aver raccolto un così grande sostegno è un segnale inequivocabile del fatto che la città vuole crescere dal punto di visto turistico. E soprattutto vuole superare la mentalità provinciale». Ultima chiosa: «Ora ci aspettiamo tutti che il Comune faccia marcia indietro e ammetta di aver sbagliato. D’altronde è troppo facile dare la colpa ai bar, serve piuttosto studiare un piano organico per la città turistica e che accolga i giovani. Ora abbiamo risvegliato una città, speriamo che il segnale venga colto dagli amministratori».
Di diverso avviso il presidente della Circoscrizione di Como centro, Massimo Mascetti, subito più vicino ai problemi lamentati dai residenti della città murata.
«Nessuno chiede che i bar del centro chiudano alle 10 di sera – afferma Mascetti – E forse anche parlare di serrande abbassate a mezzanotte può essere per certi versi una provocazione. Ma personalmente non faccio certo marcia indietro su quanto dico dal primo giorno: i residenti vanno tutelati, e anche i gestori dei locali e i loro clienti devono capire che qualche sacrificio è necessario». Il presidente del parlamentino del centro aggiunge che «non troverei affatto scandaloso che comunque il Comune intervenisse con un’ordinanza sugli orari notturni. La chiusura alle 2 di notte – chiude Mascetti – mi sembra eccessiva per una città come la nostra».
Emanuele Caso per Il Corriere di Como del 20 aprile 2010