Viva l’Italia liberata (dai comunisti)!

Che goduria. Lo so, non è certo un modo elegante per cominciare l’articolo ma chissenefrega, l’evento è talmente importante da non meritare un commento fintamente buonista in nome del politically correct. Per anni li abbiamo subiti, li abbiamo combattuti, loro e quel morbo dell’odio di cui erano portatori sani e con il quale hanno infettato per decenni la nostra società; per anni hanno abbindolato milioni d’italiani con le loro teorie bislacche, divenute ormai irricevibili anche per il più rosso dei compagni. L’aveva detto Gianfranco Fini a Milano, in occasione dell’apertura della campagna elettorale, che il 14 aprile sarebbe stato ricordato come la vera Festa di Liberazione, da Prodi e dai comunisti, beh, col senno del poi si può tranquillamente affermare che tutti noi speravamo che la “profezia” finiana s’avverasse ma sfido chiunque a dire che s’immaginava una disfatta di questa portata. In un sol colpo, oltre ad essere tornati al governo del Paese, ci siamo liberati di personaggi lugubri come Giordano e Diliberto, di gentaglia come Pecoraro Scanio, Paolo Cento e Vladimiro Guadagno (in arte Vladimir Luxuria), di delinquenti come Caruso, insomma, della feccia del Parlamento. Era ora, sì, perchè questa è la gente che per decenni ha bloccato lo sviluppo dell’intera Nazione, in nome della stolta ideologia del non fare. Questa è la gente che ha reso le nostre città meno sicure, che ha fatto il lavaggio del cervello a milioni di nostri giovani facendogli credere che il Muro non era mai caduto e che drogarsi fa bene. Questa è la gente che ha mandato in Parlamento assassini e terroristi, dedicando un’aula del Senato al giottino Carlo Giuliani (targa da rimuovere immediatamente). Questa è la gente che andava a ridere ai funerali dei nostri Caduti a Nassirya. Questa è la gente che manifestava con i kamikaze islamici. Questa è la gente che usava gli aerei di Stato per andare a farsi i fatti propri. Questa è la gente che ha venduto i morti del Cermis in cambio della terrorista Baraldini. Insomma, questa è la gente che gl’italiani hanno finalmente saputo mandare al diavolo o, nel caso del Sig. Guadagno, a dar via il culo.

Alessandro Nardone

16 aprile 2008