LETTERA APERTA AL PRESIDENTE FINI

Carissimo Presidente, chi Le scrive è un ragazzo di trent’anni che è cresciuto militando, assai orgogliosamente, nella splendida famiglia di Alleanza Nazionale. Altrettanto orgogliosamente posso affermare che se AN è la mia vera e propria “famiglia politica” Lei, agli occhi e nel cuore delle ragazze e dei ragazzi della mia generazione, è senza dubbio alcuno il nostro “padre politico”. Padre e punto di riferimento per migliaia di giovani che si sono fatti uomini crescendo nelle Federazioni, per i quali non si poneva nemmeno il dubbio se fosse stato meglio trascorrere una serata al bar con gli amici o attaccando manifesti. Una generazione che ricorda con emozione i Suoi celebri dibattiti televisivi in cui si contrapponeva a Rutelli nella corsa a Sindaco di Roma. A pensarci sembra ieri, ma sono passati tredici anni. Era il 1993, l’anno di una svolta che L’ha vista camminare sulle macerie del vecchio e corrotto regime partitocratrico riuscendo ad imporre se stesso ed il Partito sulla scena politica nazionale, l’anno in cui grazie a quei Suoi accesi dibattiti televisivi, io e molti altri giovani di allora decidemmo che era giunto il momento d’impegnarci in prima persona per combattere al Suo fianco. In tutti questi anni ognuno di noi ha seguito il proprio percorso politico e umano, in modi e tempi differenti, ma sempre orientato da quell’imprinting di valori che Lei ed il Partito siete stati capaci di trasmetterci. Oggi, in uno scenario politico sotto molti aspetti desolante, si è finalmente tornati a discutere dei contenuti e non del contenitore, con la prospettiva di dar vita ad una nuova Destra che sia in grado di interloquire con tutti i mille rivoli della società civile. A giudicare dagli innumerevoli mal di pancia che sta provocando questa sinistra scellerata, i presupposti e lo spazio non mancano di certo e nemmeno mancano le intelligenze, anzi. Sarò sincero fino in fondo, Presidente, quello che a mio modesto avviso più è mancato negli ultimi anni è stato soprattutto il dialogo con i diversi strati del nostro tessuto sociale, non riuscendo a fare nostre gran parte delle istanze della gente. Aspetto che, paradossalmente, è sempre stato uno dei punti di forza della Destra, ma che abbiamo trascurato per inseguire logiche che “la sciura Maria” sente lontane anni luce dal suo vivere quotidiano. Non sono certo uno sprovveduto, e sono consapevole che l’intera classe dirigente del Partito si è dedicata anima e corpo all’onerosa attività di governo, ma dobbiamo renderci conto che è indispensabile creare una struttura di partito che sia in grado di camminare con le proprie gambe se il nostro obbiettivo è quello di consolidare e non di rincorrere avversari ed alleati sul nostro stesso terreno. A mio parere, Presidente, questo è un periodo cruciale per Alleanza Nazionale e per l’intera coalizione di centrodestra, il Governo Prodi pare quel malato terminale che cerca di sfruttare le sue ultime ore per cercare di sistemare amici e parenti ma noi, l’opposizione, non siamo più in grado di trasmettere quella compattezza che ci ha sempre contraddistinti: Berlusconi pare demotivato, Casini e l’Udc parlano un giorno sì e l’altro pure di leadership e della Lega non è rimasta traccia. In questo quadro prenda Lei, Presidente, l’iniziativa politica e dica agli italiani che questa Destra non ha alcuna intenzione di mollare, per nessuna ragione al mondo. Sferzi i nostri alleati, se necessario li metta con le spalle al muro, e faccia capire loro che è giunto il momento di costruire le fondamenta di una nuova coalizione di centrodestra che si ponga come reale e credibile alternativa di governo tornando a trasmettere entusiasmo parlando dritto al cuore della gente. E in questo, noi lo sappiamo, non esiste nessuno migliore di Lei. Gli italiani non aspettano altro, vogliono qualcuno in cui riconoscersi e identificarsi e Lei è l’unico in grado di dar loro voce consegnando al Paese una Destra moderna e modernizzatrice, libera dai vincoli del passato ma consapevole ed orgogliosa dell’importanza della sua storia, attenta all’oggi ma costantemente proiettata nel domani. Una Destra che, come ha fatto in Francia il Suo amico Sarkozy, possa contestare apertamente la generazione del ’68 e, allo stesso tempo, fare proposte concrete su temi come il numero delle ore di lavoro settimanali ed i PACS senza la paura di essere etichettata in alcun modo. Lo faccia, Presidente, e vedrà che a seguirla non saranno soltanto il Suo Popolo, quello della Destra, ma anche quella grande fetta della società civile che in questo momento non si sente rappresentata e, di conseguenza, i nostri alleati non potranno che accodarsi. Noi, trentenni cresciuti a pane e politica, i Suoi ragazzi (anche se ormai un po’ cresciuti) saremo forse dei sognatori ma, come Lei, sappiamo essere molto concreti e non vediamo l’ora di poterLe dare il nostro contributo per riportare la Destra alla guida dell’Italia perché siamo certi che, come Lei affermò concludendo uno splendido intervento, “nessuna notte, nemmeno la più buia, può impedire al sole di risorgere”.

Autore: Alessandro Nardone