Un diktat tira l’altro e tutti (compresi i rappresentanti del nostro governo) s’inchinano alla tracotanza della Cina comunista. In questi giorni il Dalai Lama (Nobel per la Pace) è stato ricevuto dai nostri politici con madalità che rasentano il ridicolo, per paura d’imbattersi nel reato di lesa maestà nei confronti del governo di Pechino. Non sia mai! E così, sono tutti proni di fronte ai despoti comunisti dell’estremo oriente, pronti ad eseguire qualsiasi loro volontà per paura che ci possano essere ripercussioni economiche e commerciali. D’altronde si sà, loro sono una potenza economica fondata sulla schiavitù e sulla completa assenza dei più elementari diritti umani, ma guai a dirlo! I nostri governanti sono sempre pronti a manifestare ed a stracciarsi le vesti ogni qual volta la pena di morte viene applicata negli Stati Uniti ma, chissà come mai, sulla Cina nemmeno una parola. E Piazza Tienanmen? Scurdammoce ‘o passato… E’ di oggi la notizia che gli eredi di Mao abbiano, di fatto, costretto Miss Tibet a ritirarsi da un concorso di bellezza in Malaysia pretendendo che la sua fascia riportasse la dicitura Miss Tibet – Cina. Con molta dignità la Miss, Tsering Chungtak, ha risposto alle pressioni degli organizzatori dicendo di non poter assolutamente accettare simili condizioni, ed ha abbandonato il concorso. A fronte di quanto sta accadendo, le nostre istituzioni sportive dovrebbero seriamente riflettere sull’opportunità di boicottare le Olimpiadi che si svolgeranno il prossimo anno a Pechino, sarebbe un gesto che, se non altro, consentirebbe di aprire una discussione seria su una questione ormai ineludibile.
Alessandro Nardone
7 dicembre 2007