di Alessandro Nardone
Ricordo ancora quando, giovanissimo, lessi per la prima volta la storia di Sergio: ne rimasi talmente colpito che sentii subito l’esigenza di rileggere il libro di Giraudo, quasi come se tra quelle righe cercassi di scorgere una spiegazione plausibile per un atto che mi appariva totalmente incomprensibile. Da quel momento sono trascorsi alcuni anni, in cui posso dire di aver imparato a conoscere Sergio e in cui, soprattutto, abbiamo lottato senza sosta per far si che tutti potessero venire a conoscenza della sua storia. Una storia per molti ancora troppo scomoda e la dimostrazione ne sono le scomposte reazioni delle sinistre alla nostra proposta di intitolargli un luogo pubblico. Ma oggi, grazie alla battaglia portata avanti per vent’otto lunghi anni dalla nostra magnifica Comunità, possiamo tranquillamente affermare che la verità sta venendo a galla. Non nascondo di aver provato una grande emozione nel momento in cui mi accinsi a presentare la mozione di Alleanza Nazionale in Consiglio Comunale con la quale, appunto, chiedevamo l’intitolazione di un luogo pubblico a Sergio. Durante quegli istanti sentivo gravare su di me la grande responsabilità di rappresentare il lavoro che, negli anni, è stato portato avanti da chi mi ha preceduto alla guida del Fronte della Gioventù prima e di Azione Giovani poi e da tutti i Militanti che hanno lottato per raggiungere questo importantissimo obbiettivo. Beh, alla fine ce l’abbiamo fatta, ed è con orgoglio che possiamo affermare che Como è il primo Capoluogo lombardo ad intitolare un luogo pubblico a Sergio e che, grazie a questa iniziativa, tutti i Comaschi ne conoscono la storia. Ma la lotta per Sergio non si conclude certo qui, dobbiamo essere consapevoli che il suo ricordo continuerà in maniera incessante a sostenerci in tutte le nostre battaglie e, cosa più importante, ci dovrà servire da monito per non dimenticare quell’enorme patrimonio che è composto da quel bagaglio culturale e di valori per i quali Sergio ed altre decine di camerati sono caduti, insomma, dovremo difendere orgogliosamente nostra vera Identità, senza correre il rischio di perderla. Mai.
dal numero speciale di Futuro