AN, NE CONSERVATORI NE RIFORMISTI: RINNOVATORI

Il documento votato dall’Assemblea definita in maniera enfatica una “Fiuggi 2” sancisce l’apertura di una nuova fase per Alleanza Nazionale, Partito che tradizionalmente ha sempre avuto la necessità di ripensarsi e rinnovarsi per rinnovare il Paese senza, però, essere in grado di rivendicare la primogenitura delle sue innumerevoli battaglie. Basti pensare a come l’allora Partito di Almirante, nonostante la sua collocazione al di fuori del cosiddetto “arco costituzionale”, riuscì ad affermare sulla scena politica nazionale il Presidenzialismo (“La vera vittoria è quando la tua verità fiorisce sulle labbra dell’avversario”, diceva il Presidente), pensiamo a quando venivamo ancora additati come nostalgici perché commemoravamo i martiri delle Foibe e le vittime degli anni di spranga e di piombo e, ancora, quando parlavamo di pacificazione nazionale e memoria condivisa. Beh, il dato di fatto inoppugnabile è che oggi quelle battaglie sono entrate a far parte del comune sentire degli italiani perché per decenni, tra mille difficoltà, il nostro Partito ha fatto in modo che la pubblica opinione ne venisse a conoscenza. Oggi esiste una legge con la quale si è istituita la “Giornata del Ricordo”, oggi giornalisti collocabili a sinistra come Gianpaolo Pansa e Luca Telese restituiscono alla storia del nostro Paese quelle pagine volutamente (e vergognosamente) occultate per tutti questi anni perché troppo scomode, pubblicando libri come “Il sangue dei vinti” e “Cuori Neri”. Tutti avvenimenti addirittura impensabili anche solo dieci anni fa. Per non parlare del ritrovato sentimento di Identità Nazionale, di amore per la Patria che, anche grazie al Presidente Ciampi (ed a tragici avvenimenti come l’attentato di Nassiriya), negli ultimi cinque anni è diventato un valore condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani. Ma, come ha giustamente osservato il Presidente Fini durante la sua relazione, AN ha il grande merito di essere riuscita a contaminare la nostra società con i suoi valori ma non è stata capace di “concretizzarne” il consenso e, paradossalmente, ora subisce l’handicap dato dal fatto che la maggior parte delle forze politiche li abbiano assimilati e, di conseguenza, sottratti da quel sistema valoriale che ci caratterizzava. Proprio la consapevolezza che, negli anni, il nostro partito si è reso protagonista di una vera e propria rivoluzione culturale deve rafforzare in noi la convinzione che passato e futuro siano correlati tra loro. La nostra storia deve essere valore aggiunto rispetto agli altri e, quindi, valorizzata per avere la possibilità (così come stiamo facendo ora) di rifondarla, essendo orgogliosamente consapevoli del nostro passato per avere l’ambizione che potremo fare di più e meglio di quanto abbiamo fatto sin qui. Alleanza Nazionale deve quindi avere l’ambizione di ripensarsi prescindendo dalla dicotomia conservatori/riformisti, partendo da quella che è sempre stata la sua vocazione più spiccata, ovvero, il rinnovamento. Rinnovare il Partito, per rinnovare l’Italia, questa deve essere la sfida che dovremo affrontare nell’immediato, nel solco della strada tracciata da Fini e dall’Assemblea Nazionale di qualche giorno fa. Per riuscire nel rinnovamento dovremo cominciare sin d’ora a lavorare sulla forma partito e sui contenuti, puntando sulla valorizzazione delle intelligenze che già fanno parte di AN e tornando a coinvolgere in maniera attiva la società civile ed i numerosi think tank che, pur facendo parte della nostra “area”, ancora non si riconoscono in nessuno dei soggetti politici che la rappresentano. Ripartire, insomma, consci che in principio “la caccia val più della preda”, chiaramente non disdegnando la “preda”, ma consapevoli che bisogna per prima cosa iniziare a cacciare.

Autore: Alessandro Nardone