POLITICA NEGLI STADI, IL DOPPIOPESISMO DELL’OPINIONE PUBBLICA

Quanta ipocrisia. Negli ultimi giorni abbiamo dovuto assistere all’ennesimo show mass mediatico e di una parte delle Istituzioni capitanata dall’italoforzuto Ministro Pisanu per uno striscione esposto in Curva Sud durante l’incontro Roma – Livorno. Premesso che lo striscione in questione non avrebbe nemmeno meritato di essere citato per quanto stupido, sono allibito dal livore con cui i soliti ben pensanti hanno lanciato i soliti strali, triti e ritriti perlopiù ignorando volutamente le nefandezze e le provocazioni che, ogni domenica, trovano spazio nella curva livornese. Nessuno dei media (a parte il Messaggero), ha parlato del vomitevole striscione eposto dai labronici (“ORA IL SALUTO ROMANO FALLO SENZA MANO”), con il quale prendevano in giro un tifoso romanista che, lo scorso anno, ha perso una mano a causa di una bomba carta lanciata proprio dai tifosi (?) livornesi. Come sempre si sprecano fiumi e fiumi d’inchiostro quando si tratta di dare addosso a chi rappresenta (o crede di rappresentare) una certa parte politica e si fa finta di nulla quando atti ben peggiori sono di chiara matrice comunista. Non mi pare si sia parlato così tanto dei fischi dei livornesi durante il minuto di silenzio in memoria dei Martiri di Nassirya, anche in quell’occasione un bellissimo striscione: “1, 10, 100 NASSIRYA”. Non mi pare che nessuno si scandalizzi di fronte all’esposizione dell’effige di Stalin. Non mi pare che Lucarelli (capitano del livorno) sia stato perseguito per aver occultato un oggetto scagliato in campo dai suoi tifosi. Forse perchè sono comunisti, loro possono. O forse perchè Livorno è la città del Presidente Ciampi. Altra dimostrazione di civiltà, i virgulti livornesi l’hanno data ieri, assediando in Comune l’On. Borghezio mentre teneva una conferenza. Hanno cercato di non farlo parlare, caricando la polizia e lanciando bombe carta…ma nessuno si scandalizza! Ora, spero che Pisanu prenda una posizione netta nei confronti di questi delinquenti, vorrebbe dire che prima della fine del suo mandato avrebbe fatto almeno una cosa buona.